Idea progettuale
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L’anastilosi dell’antico ha avuto nel tempo alterne fortune.
Dal fervore sviluppatosi durante le grandi campagne restaurative condotte dagli architetti e archeologi italiani tra gli anni Venti e Quaranta in Italia e nelle Colonie (Libia, Albania, Dodecaneso), alle preclusioni degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, sino alle più recenti riprese del tema, perseguite ora sull’onda di suggestioni turistiche ora drammaticamente legate ad eventi catastrofici e imprevedibili, come terremoti o distruzioni belliche (es. Libia, Siria) che ne hanno compromesso la memoria storica.
A questo sintetico profilo diacronico fa riscontro un altrettanto critico quadro conservativo del Cultural Heritage, e in particolare dei monumenti in pietra, determinato dal ciclo di vita ormai in scadenza del cemento armato, materiale ampiamente usato nei restauri del Novecento, impiegato per l’integrazione e il consolidamento strutturale.
L’introduzione di armatura metallica nei sistemi trilitici originari ha infatti generato processi di degrado incontrollabili, con danni irreversibili all’immagine del Patrimonio Culturale. Una minaccia incombente, quella del deterioramento figurativo e strutturale, che interessa i più importanti siti archeologici del Mediterraneo e dell’Italia meridionale - come confermano gli episodi di crollo sempre più frequenti a Pompei e gli innumerevoli interventi di messa in sicurezza presso le aree archeologiche di Selinunte e Agrigento, e non solo, a cui fa riscontro un preoccupante ritardo metodologico e procedurale del nostro Paese.
Infatti, sia il sistema della ricerca, sia dell’impresa, tranne rare eccezioni, contrasta con quanto nel frattempo si è andato realizzando in Grecia, dove Istituti di ricerca altamente qualificati, a carattere interdisciplinare, come l’YSMA (The Acropolis Restoration Service) hanno indirizzato le scelte progettuali dei restauri dell’Acropoli verso i criteri di reversibilità e compatibilità materica.
È in questo panorama che si inserisce la proposta di ricerca del DICAR sull’anastilosi, con lo scopo di indagare nodi critici e insoluti, come la riproducibilità, la replica e l’integrazione di frammenti architettonici o scultorei, per mezzo di sistemi tecnologici di rilievo laser 3D, modellazione parametrica CAD e prototipazione numerica (CNC), adattando le dinamiche di processo alle specifiche esigenze della conservazione e della sostenibilità produttiva in Italia.
The anastylosis of ancient monuments had mixed fortunes over time. From the enthusiasm marking the great restoration campaigns led by the Italian architects and archaeologists between the twenties and the forties in Italy and in the colonies (Libya, Albania, Dodecanese), up to the foreclosures of the sixties and seventies of the XX century, until the more recent rediscovery, currently pursued mainly for touristic purposes and sometimes dramatically connected to catastrophic and unpredictable events, such as earthquakes and war destructions (e.g. Libya, Syria) that compromised the historical memory of the monuments.
This brief diachronic development matches a problematic preservation strategy for the Cultural Heritage, especially when it comes to stone monuments. Such a strategy is caused by the progressive abandonment of the reinforced concrete, which was largely used in the XX century, to integrate the monuments’ missing parts and for their structural consolidation.
The introduction of a metal frame in the original trilithic systems in fact resulted in an uncontrollable deterioration of the ancient structures, causing irreversible damages to the Cultural Heritage. The structural and visive corrosion of the monuments stands as a looming treat, that affects some of the most relevant archaeological sites of the Mediterranean basin and of South Italy – as coherently confirmed by the always increasing number of collapses at Pompei and by the many interventions required for securing the archaeological areas of Selinus and Agrigentum, for instance. Besides all this, an alarming lateness in the development of efficient methodologies distinguishes our country.
In fact, both the research sector and the enterprise one, except for rare cases, do not take into account what has been done in Greece, where qualifies research institutes, such as the YSMA (The Acropolis Restoration Service) planned the restorations of the Athenian Acropolis in accordance with the principles of reversibility and material compatibility.
The research proposal on the anastylosis of the DICAR is framed in this scenario, with the aim to investigate critical and unsolved aspects, such as the issue of the reproducibility, the replicability and the integration of architectural and sculptural fragments, through technological system of laser 3D survey, CAD modelling and CNC prototyping, by adapting the process dynamics to the specific needs of conservation and productive sustainability in Italy.
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