Uno spazio aperto e libero per l’innovazione sociale
Conclusi i primi laboratori organizzativi, ad ottobre si entrerà nel vivo con le attività
Sessanta partecipanti, ventiquattro docenti, altrettanti temi affrontati in una full immersion di dodici giorni dedicati all’innovazione sociale a tutto campo. Con la chiusura dei laboratori organizzativi, si è appena conclusa la prima fase della “Scuola open source”, uno spazio aperto e libero per condividere, insegnare ed imparare, nel cuore della città vecchia ma con vocazione internazionale. Nata da una collaborazione con il Politecnico di Bari (che la ospita nella sua sede dell’Isolato 47, in strada Lamberti) e con il Comune di Bari, la Scuola open source si prepara ad avviare, sulla base di risultati ottenuti in questa prima fase, le sue attività previste per ottobre prossimo.
Dalla comunicazione all’hackering, dalla bioedilizia alla manifattura digitale, esperti e neofiti di una vasta gamma di settori si ritrovano per mettere in circolo idee, conoscenze e saper fare. L’iniziativa, presentata in forma di startup, è stata progettata ed avviata da un gruppo di giovani baresi ed è basata su modelli aperti e in continua evoluzione. La Scuola open Source è stato l'unico progetto del Sud, tra 700 presentati in tutta Italia, ad avere vinto uno dei tre premi del bando “Che-Fare” dedicato alle migliori idee di innovazione sociale e culturale. I suoi organizzatori la definiscono «un istituto didattico e centro di ricerca, consulenza artistica e tecnologica per l'industria, il commercio e l'artigianato, digitale e non, rivolto al settore pubblico, alle imprese e a singole categorie, dai più giovani fino a professionisti e manager».
Per maggiori info: www.lascuolaopensource.xyz - info@lascuolaopensource.xyz
fb e youtube: La Scuola Open Source